PNL, KINESIOLOGIA E POLARITY
Il mio primo approccio a questo mondo fu la PNL (Programmazione Neuro-Linguistica). Ricordo che quando ne parlavo le persone mi chiedevano (e a volte lo fanno ancora) se avesse a che fare con l’informatica. E infatti, la PNL, alla fine degli anni ’90, non era ancora molto conosciuta.
Decisi allora di approcciarmi a un’altra tecnica che era molto in voga tra le persone che frequentavano il mondo della PNL, la Kinesiologia. Fuori dalla cerchia ristretta degli “addetti ai lavori” mi resi conto che anche questa era una tecnica quasi del tutto sconosciuta… e da lì in poi ho deciso di rivolgere la mia attenzione alla ricerca di tecniche che non “andassero ancora di moda”, di tecniche poco conosciute. Mi dava la sensazione di essere una sorta di “esploratore” in ambito olistico.
Così ho scoperto, e studiato, la Tecnica Bipolare o Polarity Therapy. Anche qui, come già era successo per la PNL e la Kinesiologia, è stato amore già dalla prima lezione. Le cose che fin da subito mi impressionarono di questa metodica furono la sua semplicità e versatilità di applicazione; si poteva fare dovunque, in qualunque posizione e senza bisogno di far spogliare la persona.
Certo, le tecniche utilizzate in questo metodo prevedono una serie di protocolli da eseguire quasi maniacalmente e, possibilmente, con la persona sdraiata sul lettino. Ma il concetto di base prevede che ogni parte del nostro corpo, comprese quindi le mani, siano attraversate da un flusso di corrente elettrica che ha una polarità negativa o positiva. Quindi, sfruttando questa polarità, possiamo aiutare il ricevente a rimettere in ordine la propria energia vitale, agendo anche sulle problematiche fisiche legate a stati dolorosi.