LA RICERCA DELLA CAUSA
Questa è la definizione tratta da Wikipedia: “L’olismo (dal greco ὅλος hòlos, «totale», «globale») è una posizione teorica (in ambito filosofico e scientifico, contrapposta al riduzionismo) secondo la quale le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue singole componenti, poiché la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore, o comunque differente, delle medesime parti prese singolarmente. Un tipico esempio di struttura olistica è l’organismo biologico: un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come una complessa unità-totalità, non riducibile ad un semplice assemblaggio delle sue parti costituenti. A differenza di una macchina, dove sono le singole parti a formare e spiegare il tutto in senso deterministico, è solo a partire da un principio superiore che nell’organismo vivo è possibile comprendere lo sviluppo dei suoi aspetti secondari.”
In questa definizione, che può risultare macchinosa soprattutto nella prima parte, si dice che “è solo a partire da un principio superiore che nell’organismo vivo è possibile comprendere lo sviluppo dei suoi aspetti secondari”. Provo a tradurre: le varie manifestazioni che noi percepiamo a livello fisico come problemi (dolori, pancia gonfia, cellulite, ecc.) non sono altro che effetti che possono essere generati da cause diverse. Facciamo un esempio: mangio qualcosa che mi fa male, che non riesco a digerire. Quando abbiamo problemi di stomaco tendiamo a piegarci in avanti chiudendo le spalle, come se, con questo gesto, volessimo in qualche modo proteggere lo stomaco. Se continuo a mangiare quel determinato cibo, continuerò involontariamente ad assumere questa posizione. A lungo andare potrò sentire dolore alle spalle ma difficilmente darò la colpa a una digestione lenta… ergo, se non smetto di mangiare quel determinato alimento difficilmente il dolore alle spalle sparirà!
Capito cosa vuol dire olismo? Non è altro che la ricerca della causa che ha scatenato quell’effetto specifico. E per fare questo non posso limitarmi a prestare attenzione solo all’effetto ma devo adoperarmi per “guardare” la persona a 360°, indagando, facendo domande e utilizzando, laddove è possibile, diverse metodiche per arrivare a capire. Una di queste metodiche può essere il massaggio. Cerchiamo di capire come. Se io mi adopero per “riaprire” quelle spalle chiuse, la persona può ridiventare consapevole del suo stomaco e di conseguenza “sentire” come quell’alimento gli sia nocivo. Praticamente non abbiamo fatto altro che aiutare la persona a consapevolizzarsi per prendersi la responsabilità della propria “guarigione”.