Come diventare Massaggiatore Olistico
Una professione sempre più richiesta con ampie prospettive di crescita professionale e di guadagno.
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Diplomata Oligenesi del Percorso di Operatore del Massaggio Olistico I Livello
La conoscenza dei muscoli per gli operatori olistici è fondamentale in quanto non possiamo pensare di massaggiare senza sapere cosa stiamo facendo.
In questo articolo tratteremo uno dei muscoli più importanti da conoscere per un operatore olistico, dalla a alla z.
Sommario
La conoscenza anatomica del nostro corpo è fondamentale per noi operatori olistici, al fine di comprendere come intervenire, poiché talvolta ci si trova di fronte alla richiesta di una tipologia di massaggio che non corrisponde alla reale problematica, per cui ci troviamo ad operare come richiesto dal cliente oppure come “ci chiede il muscolo” in questione. Solo l’esperienza e la conoscenza ci guiderà.
Sicuramente dovremo dare al cliente il massaggio richiesto come servizio, e al corpo il beneficio di cui necessita, per cui è bene spiegare tutte le motivazioni, individuare ed eseguire un percorso condiviso al fine di ottimizzare il lavoro eseguito ed ottenerne il massimo beneficio.
La parte anatomica più interessante da questo punto di vista è quella addominale, dove la maggior parte dei soggetti “somatizza” e fanno fatica ad accettare manovre localizzate, proprio perché si entra nella sfera più intima della persona.
Tutti massaggi finora studiati, da quelli base a quelli più avanzati, siano essi occidentali o orientali, trattano l’addome, più o meno con manovre simili. I movimenti di peristalsi, “cerchi al colon” sono sempre presenti, si eseguono con le mani alternate o con il pugno chiuso, con le mani sovrapposte oppure con movimenti a “otto”, tutti con l’obiettivo di spingere le feci verso l’uscita, per liberare gli intestini da scorie ed aria, rilassando la parte.
La pratica più interessante è quella finalizzata allo sblocco del diaframma e del “muscolo psoas“, nei corsi avanzati, troviamo dei movimenti decisi e profondi da alternare con quelli più dolci, che vanno in profondità.
Si è visto che: la vita sedentaria, lo stress, le emozioni nascoste, le paure, alterano la respirazione e di conseguenza questi muscoli si irrigidiscono, poiché non lavorano al 100%. Ciò a lungo andare può portare a problemi posturali, dolori diffusi alla schiena, all’anca, di colon irritabile e pubalgie. Per cui è di fondamentale importanza mantenere il benessere psicofisico, aumentando il movimento, condurre uno stile di vita più sano ed equilibrato, eseguire pratiche di stretching, yoga e massaggi.
Il muscolo psoas è considerato il muscolo dell’anima, ed allenare questo muscolo potrebbe aiutarci a superare ansie e paure. È importante per il movimento, l’equilibrio strutturale, la funzionalità articolare, la flessibilità. Svolge un ruolo fondamentale nell’aiutarci a mantenere il proprio corpo in posizione verticale. In posizione supina è importante invece che questo muscolo sia in grado di decontrarsi, in modo che il nostro corpo possa rilassare tutte le tensioni.
Le ricerche in ambito corporeo e spirituale indicano che il muscolo psoas è vitale per il nostro benessere psicologico, oltre che alla salute del nostro corpo. Si ritiene che questo muscolo incarni il nostro più profondo desiderio di sopravvivenza. Per questo mantenerlo sano ha effetti benefici sia a livello fisico che psicologico.
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Ci sono pratiche sensoriali semplici che sono molto consigliate per educare la percezione di questi muscoli:
Anche il movimento delle braccia coordinati con la respirazione aiutano a rilassare questo muscolo.
Il muscolo ileopsoas è in stretto contatto con molti organi, come:
Il diaframma è il principale muscolo respiratorio, che di fatto “taglia a metà” il busto. Il muscolo diaframma ed il muscolo ileopsoas sono “vicini di casa”, connessi con il tessuto connettivo.
Quando lo psoas è troppo contratto può condizionare la respirazione diaframmatica e viceversa, quando il diaframma è teso può perturbare l’equilibrio dell’ileopsoas e della schiena. Entrambi, vengono considerati i muscoli chiave della salute.
Tranne nell’esecuzione del massaggio Relax, nei massaggi più specifici, come ad esempio i cervicali o in quelli dedicati alla schiena o all’addome (dove si cerca di alleviare i dolori in generale dovuti ad un’errata postura) si chiede la collaborazione del “cliente amico”.
I muscoli trattati sono quelli che abbiamo appena descritto: il muscolo ileopsoas e il diaframma. Ad esempio, nel trattamento manuale di scarico del tratto addominale, si inizia sempre con un riscaldamento della parte, con manovre di impastamento.
Si effettuano manovre di compressioni sul muscolo retto dell’addome: con le punta delle dita incurvate ad uncino si lavora in profondità e si rimane in pressione qualche secondo avvicinando le dita all’ombelico (scollamento dei muscoli del retto). Le manovre di compressione vengono fatte tutte in controlateralità del muscolo del diaframma con le punte delle dita, seguendo la respirazione del cliente: quando espira spingiamo in basso (scollamento del diaframma).
Per poter lavorare sull’ileopsoas, si fa piegare sul lettino la gamba del cliente (oppure si può lavorare da seduti) con la pressione delle due dita, medio e anulare, con pressioni dinamiche lente verso la cresta iliaca della parte interna.
Nella distensione lombo-sacrale si fa piegare entrambe le gambe sul lettino, manovra effettuata trascinando la mano dolcemente dalle vertebre lombari a quelle sacrali.
È comprensibile come alterazioni e blocchi di movimento di questo muscolo vadano ad alterare il battito cardiaco. Infatti, se il diaframma si bloccherà verso l’alto, si ridurrà lo spazio di dilatazione del miocardio, costringendolo ad accelerare il suo battito e ad aumentare il ritmo respiratorio. Anche l’apparato digerente risentirà di questa situazione: lo stomaco, rimanendo trazionato verso l’alto, non sarà più in grado di contenere all’interno i gas ed i succhi gastrici, portando al reflusso.
Tutte le catene muscolari nel decorrere attraverso il corpo si intersecano col diaframma, ed un suo blocco comporterà una limitazione di movimento all’interno di quella catena. Per questo motivo è facile comprendere come una “riabilitazione” respiratoria è alla base di qualsiasi forma di ginnastica posturale, con lo scopo di liberare il diaframma da blocchi e tensioni.
Imparare a respirare è il primo passo per tendere il nostro sistema muscolo-scheletrico, i nostri visceri ed il sistema neurovegetativo, e poter così liberare i blocchi psicologici e meccanici.
La ginnastica respiratoria funge da auto centramento su cui focalizzarsi al fine di non disperdere le proprie energie. La respirazione come strumento di centramento dal quale non distogliere l’attenzione. Questo isolamento mentale porterà ad un rilassamento del nostro sistema neurovegetativo, riducendo così lo stress a livello psicologico, biochimico e meccanico. Questa tecnica viene usata, oltre che in ambito sportivo, anche come tecnica di rilassamento per chi tende a soffrire di ansia e disturbi del sonno.
Stati irritativi di questi organi si riflettono in modo negativo sul muscolo. Tramite una “rete” complessa di legamenti, spesso si riscontra un ileopsoas troppo contratto anche in caso di problemi uro-ginecologici, come le cisti ovariche, endometriosi, postumi di interventi chirurgici. Tutto ciò è in diretta connessione con il colon, che può entrare in spasmo in caso di appendicite, infatti in caso di coliche ci pieghiamo su noi stessi.
Lo stretto rapporto tra ileo e psoas ed intestino può essere anche causa di lombalgia. Può provocare dolore alle gambe, visto l’inserzione con il femore, così come la difficoltà a stare seduti.
Ha un rapporto intimo con il diaframma, infatti questo muscolo entra nel meccanismo della respirazione e quando si hanno stati di ansia e stress costante, provocandone dei blocchi. Ciò potrebbe portare a contratture croniche del muscolo del diaframma, problemi che si riflettono anche sul muscolo ileopsoas.
Essendo collegato al sistema nervoso, invierà dei segnali a tutto il corpo, interferendo con la corretta circolazione dei fluidi e della respirazione.
Viene definito il muscolo dell’anima, forse anche per il suo contatto diretto con il muscolo diaframma, che interviene nel meccanismo della respirazione e della diffusione dell’energia vitale, il prana.
Anche la conformazione della colonna vertebrale condiziona la salute di questo muscolo, infatti se la colonna è in lordosi, il muscolo è contratto e “tira in avanti”, anche se alcune volte questa condizione è congenita.
Molte persone con una marcata iperlordosi hanno il muscolo psoas troppo accorciato, e frequentemente problematico. Questo muscolo può essere troppo contratto anche per il motivo di una scorretta alimentazione e per una scarsa idratazione.
Quando il muscolo è contratto, porterà le articolazioni ed il tendine nel punto in cui si inserisce nell’osso, lavorando male, e si potrebbero verificare problematiche quali:
Il blocco di entrambi gli psoas potrebbe provocare:
Se si blocca solo da un lato (in questo caso avremo lo psoas di sinistra che tenderà a creare tutte le compensazioni) si potrebbero verificare:
Per allenare il muscolo psoas possiamo affidarci allo Yoga, al Pilates ed al metodo Fedenkrais.
Questi esercizi sono importanti per allineare il bacino nel caso di iperlordosi o ipercifosi, poichè il punto fisso si sposterà a quello fisiologico, che è sito nei due piccoli trocanteri.
Nel primo caso saranno le vertebre lombari inferiori, mentre nella ipercifosi saranno le vertebre lombari superiori.
Per questo e per altri motivi già menzionati è di fondamentale importanza che questo muscolo venga rilassato.
Lo psoas è uno dei muscoli che può salvarci la vita quando in situazioni di pericolo si attiva la reazione “attacca e fuggi“.
È l’unico muscolo che collega la parte superiore a quella inferiore, collegando la colonna vertebrale e le gambe.
Questo muscolo è collegato al diaframma, e si uniscono in un punto noto come plesso solare, un’area ubicata all’altezza dell’ombelico, ricca di una fitta rete nervosa, associato all’antico sistema dei chakra, ha anche un risvolto spirituale.
I chakra sono punti energetici, ed i 7 principali sono dislocati lungo la colonna, dal pube alla testa, in corrispondenza dei gangli nervosi. Essi distribuiscono e inviano l’energia vitale. Sono noti anche come “le 7 radici del risveglio“.
Lo psoas è collegato ai 3 chakra inferiori:
L’aorta, la più grande arteria del corpo, segue un percorso simile a quello dello psoas, pertanto la circolazione sanguina è correlata a questo muscolo. Data la sua vicinanza ai visceri, influisce inoltre sulle sensazioni istintive, le cosidette “sensazioni di pancia“.
Noi operatori olistici, che abbiamo la responsabilità di offrire benessere, migliorare la qualità generale della persona ed indicare la strada per ritrovare un equilibrio armonico in toto, in questi casi possiamo intervenire con delle manovre che vanno a rilassare i blocchi.
L’operatore olistico è un facilitatore dell’equilibrio energetico, dell’evoluzione e della crescita personale che lavora con competenze pluridisciplinari e approcci integrati attraverso l’uso di tecniche naturali, energetiche, artistiche e meditative.
L’operatore olistico agevola il naturale processo di trasformazione, empowerment, consapevolezza globale della persona e promuove uno stile di vita ecologico e sostenibile.
L’Operatore Olistico lavora prevalentemente nei Centri Olistici e nelle Associazioni culturali di Promozione Sociale per migliorare la performance e accrescere la qualità della vita individuale e sociale.
Ciò che rende fondamentale l’Operatore Olistico è la sua consapevolezza della situazione culturale globale e l’importanza del lavoro sulla coscienza umana, per orientare l’attuale stato del pianeta verso una direzione positiva, ecologica e sostenibile.
L’Operatore Olistico non è un terapeuta, non fa diagnosi e non cura malattie fisiche o psichiche, non prescrive medicine o rimedi, quindi non si pone in conflitto con la medicina ufficiale, anzi collabora con essa. L’operatore olistico aiuta la persona a ritrovare la propria armonia stimolando un naturale processo di trasformazione e crescita della consapevolezza di sé.
Come sostenevo all’inizio, di fondamentale importanza è il trattamento dell’addome in tutte le forme e pratiche di massaggi. Poiché è riconducibile all’alleviamento delle tensioni e dei blocchi che possono originarsi a più livelli, dove sono implicate più fibre muscolari.
Nel concetto di Olismo, inteso come “Equilibrio del Corpo, della Mente e dello Spirito“, questi elementi sono inscindibili e solo se sono in armonia ci sarà permesso di vivere con gioia. Solo se saremo in grado di applicare costantemente questo concetto nel massaggio e nelle esperienze quotidiane, ci accorgeremo che nel momento stesso in cui metteremo le mani addosso ad un corpo in realtà non entreremo in contatto solo con lo stesso, ma anche con tutte le emozioni ed il vissuto che lui porta con sé.
Con il percorso formativo realizzato da Oligenesi, è possibile diventare un Operatore Olistico certificato, in grado di lavorare, sin dalla fine del corso, come massaggiatore nel settore del benessere.
Una professione sempre più richiesta con ampie prospettive di crescita professionale e di guadagno.
Diventare un operatore olistico significa intraprendere un percorso professionale che offre molte possibilità di sbocco e di sviluppo.
L’Accademia Nazionale del Massaggio Oligenesi è specializzata nei corsi di formazione in ambito olistico, con docenti professionali ed un vasto assortimento di corsi specifici.
I corsi professionali di massaggio olistico di Oligenesi possono essere essere frequentati sia in aula, in tutte le maggiori città d’Italia, oppure anche comodamente online, attraverso i pratici video corsi oppure direttamente in videoconferenza.
Sono felice di aver scoperto questo mondo, che man mano riesco sempre più a comprendere ed entrarci sempre più in profondità.
Da quando opero mi sento bene come non mai, anzi mi manca la pratica. Sentire la “soddisfazione” del corpo che si rilassa sotto le mie mani è molto gratificante, inoltre ciò mi rende serena, stabile, e sicura.
Non è mai tardi per intraprendere nuove strade, anzi noi siamo come i “prescelti” che hanno coraggio nella vita di seguire e perseguire i propri sogni: la nostra strada che era già tracciata e con fatica e perseveranza siamo riusciti a seguire.
“Solo la conoscenza e la verità ci renderanno liberi.“
Gli articoli contenuti nel blog hanno un puro scopo divulgativo e/o informativo. Non intendono sostituire il parere del medico o di altri specialisti.
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